Oggi ho una notizia molto bella da darti: finalmente è uscito il mio primo libro interamente dedicato alla canapa tessile!
Ti chiedi spesso quanto sono sostenibili i vestiti che indossiamo? Non ti piacciono le catene d’abbigliamento fast-fashion, e vuoi cominciare il tuo percorso verso la moda sostenibile?
Questo libro è l’ABC di un tessuto straordinario che puoi da subito introdurre nel tuo guardaroba: la canapa. In questo libro, il tessuto di canapa viene analizzato in ogni singolo dettaglio: dalla sua storia, i suoi molteplici utilizzi, i suoi benefici, fino alla coltivazione, lavorazione e filatura per concludere con alcuni consigli pratici su come introdurre la canapa tessile nella tua vita quotidiana.
Perché è così importante parlare di canapa?
Nonostante sia un materiale presente da tantissimi secoli, la canapa è un materiale innovativo che rappresenta una via d’uscita dall’inquinamento ambientale. La canapa è un materiale ecologico ed estremamente versatile, che può essere utilizzato per tantissimi utilizzi: dalla moda, oggetto di analisi in questo libro, fino all’alimentazione, l’edilizia e molto altro, senza per questo inquinare l’ambiente! Se vuoi introdurre nel tuo guardaroba un materiale sostenibile, allora devi assolutamente scoprire e indossare la canapa tessile.
Niente paura, non ti farà sballare! La canapa tessile non ha alcun effetto psicotico, anzi, è protagonista dell’economia circolare, ovvero orientata alla riparazione, riuso e riciclo.
Il libro è disponibile su Amazon al seguente link al prezzo di lancio (ancora per pochi giorni!) di 3,99 Euro in versione ebook, oppure a 14,90 Euro in versione cartacea (certificata).
La moda sostenibile parte dalla canapa tessile!
Ti lascio qui un breve estratto del libro:
"Sono cresciuta tra i tessili, la macchina da cucire ed abiti intramontabili. Mia nonna paterna era una sarta molto apprezzata nella nostra piccola città nella quale sono cresciuta. Vedevo i suoi disegni degli abiti, eleganti ed intramontabili, ed il continuo susseguirsi di signore benestanti tutte alla ricerca dell’abito perfetto oppure del cappotto da indossare per diverse stagioni. E mia nonna, con l’ago in bocca ed il metro da sarta attorno al collo, che pazientemente faceva gli ultimi ritocchi a mano prima di cucire l’abbigliamento desiderato. Nasceva così un capo di abbigliamento di uno stile intramontabile che doveva assolutamente durare diverse stagioni. Per questo motivo anche il tessuto doveva essere pregiato e di ottime qualità.
Avanti veloce e sono gli anni 2010. La mia vita è cambiata tantissimo e quel periodo dell’infanzia spensierata passata ad osservare le signore che provavano abiti fatti su misura è soltanto un lontano ricordo. La guerra, i bombardamenti, la fuga per l’Italia, la ricerca di una nuova vita e soprattutto la ricerca della stabilità hanno avuto sopravvento e quindi non c’era tempo peri ricordi. Ma come spesso accade nella vita, essendo questi ricordi parte di noi, riaffiorano nei momenti più importanti.
Uno dei traguardi della mia vita è stata la mia Laurea Triennale. Ero così fiera di me stessa, fiera di avercela fatta; in fin dei conti laurearsi in una università trilingue non è proprio una cosa che accade tutti i giorni. Il mio grande sogno sarebbe stato incoronato alla festa per la consegna dei diplomi.
La giornata si avvicina, ed io, come la maggior parte delle persone cresciute nel benessere dell’Europa occidentale, mi dico “Non ho nulla da mettermi!”. Ed allora inizia la caccia del vestito perfetto per l’occasione: non troppo lungo, non troppo corto, non troppo largo, non troppo nero, non troppo colorato, non di poliestere, non un vestito che hanno tutti, non e non e non... E dopo aver girato per diversi giorni e diversi negozi, mi rendo conto che questo vestito perfetto non esiste. O almeno, forse esiste soltanto nella mia testa.
Ed allora rieccoli i ricordi, tutti, che mi travolgono come l’urgano. La nonna che disegna tutto senza carta modello, direttamente sulla stoffa, dopo che ha preso e calcolato le misure della sua cliente. La rivedo mentre taglia la stoffa, la piega e la cuce, come alla fine stira i bordi e fa provare l’abito alla sua cliente. Ed è in quell’istante che capisco che il vestito per la consegna dei diplomi, devo cucirmelo io.
Ti chiederai perché ho condiviso la mia esperienza personale. Questo evento è stato il primo passo per me verso una moda sostenibile, ed è da questo primo passo, che ho fatto molti anni fa, è nata la mia passione per il tessuto di canapa tessile. Questa passione mi ha portato, successivamente, a condividere le storie della canapa tessile su Hemp-Style Magazine e a scrivere questo libro.
Dopo la consegna del mio diploma triennale, ho proseguito gli studi, ma ho anche continuato a cucire gli abiti per me stessa. La ricerca del tessuto adeguato al mio abbigliamento unita anche al mio interesse per il settore tessile, mi ha fatto scoprire il lato oscuro della moda facendomi chiedere sempre più spesso: Quanto sono davvero sostenibili i vestiti che indossiamo?"