Quando parliamo della versatilità della canapa tessile, non possiamo non pensare alle lenzuola in canapa tessile. Nonostante al primo tocco possano sembrare dure e poco confortevoli, dopo un paio di lavaggi e soprattutto dopo qualche minuto a contatto con la nostra pelle, le lenzuola in canapa tessile diventano molto morbide e soprattutto comode, perché si adeguano alla nostra temperatura corporea e ne regolano la temperatura. Risultato: meno sudate, anche nelle torride notti estive, più confort e miglior riposo.
Nonostante i chiari benefici, in Italia, ma anche all'estero, non ci sono molte aziende che producono le lenzuola di canapa tessile. Un'azienda, pronta a rivoluzionare il settore biancheria da letto e migliorare il nostro sonno, è Casa Parini di Torino. Ho avuto il piacere di intervistare Viola Stancati, la fondatrice di Casa Parini, e di scoprire di più sui suoi obiettivi, ovvero valorizzare la tradizione familiare, offrendo un prodotto di altissima qualità, e, soprattutto, creare di un'impresa etica, che valorizzi ogni singolo individuo nella catena del valore.
HSM: Come ti sei avvicinata alla canapa tessile?
CP: Prima di avvicinarmi alla canapa, mi sono avvicinata ai tessuti ecologici ed innovativi. Durante il mio lavoro a Londra, ero in costante contatto con i grandi brand di moda che stavano iniziando ad introdurre fibre sempre più naturali ed ecologiche nelle loro collezioni, tra le quali anche la canapa. E’ stato però soltanto durante il mio viaggio in California, che ho potuto scoprire la morbidezza della canapa ed ho pensato subito che sarebbe ideale come biancheria da letto, grazie anche alle sue proprietà benefiche, come traspirabilità e termoregolazione.
Ho iniziato quindi a studiare la storia di questo tessuto, ed è li che ho capito che Italia aveva un’importante tradizione nella canapa tessile, ne era uno dei maggiori produttori e, soprattutto, produceva la canapa tessile di altissima qualità. Il problema però rimaneva la fornitura, in quanto in Europa non esiste una filiera della canapa.
HSM: Infatti, la Cina sicuramente è il leader di questo mercato.
CP: Sì, ma verso la Cina ci sono anche tantissimi pregiudizi. Non tutto quello che viene prodotto in Cina è di bassa qualità, anzi. Ci sono delle aziende molto valide che sanno lavorare bene il filato di canapa, utilizzano energia verde, hanno buoni contratti con i lavoratori e tutte le certificazioni. Prima di fondare il brand Casa Parini, ho valutato diversi fornitori asiatici, ma anche indiani, di canapa tessile, e ho visto realtà molto sostenibili. Infatti, per produrre il set da biancheria di Casa Parini, io mi appoggio ad un fornitore molto grande ed importante, che fornisce anche i grandi, ma soprattutto sostenibili, brand di alta moda. Inoltre, in Cina ci sono delle regioni intere dedicate alla canapa(le cosiddette “black lands” – ne abbiamo parlato qui – ndr), mentre noi in Italia siamo ancora molto lontani da una produzione locale e soprattutto non possiamo offrire questa qualità della fibra.
HSM: Il filato che utilizzi per la tua collezione da biancheria proviene dalla Cina?
CP: Corretto, il tessuto proviene da uno dei più grandi e noti fornitori di canapa tessile cinese, che tra l’altro lavora anche con le grandi case di moda, che hanno degli standard di sostenibilità molto alti. La trasformazione del tessuto in lenzuola, copripiumini e federe avviene in Italia, precisamente a Torino.
Si tratta di uno spazio molto particolare, e da me anche molto caro, che fino alla fine degli anni ’80 ha ospitato il laboratorio di sartoria di mio nonno, che produceva uniformi militari. Successivamente, questo spazio è stato per molti anni un ristorante e lo spazio per eventi, ma ho avuto il piacere di ripristinarlo e di accomodare un laboratorio di sartoria “Colori Vivi”. Si tratta di una impresa sociale che permette alle donne in difficoltà di ritrovare una nuova strada professionale diventando sarte professioniste.
HSM: Casa Parini è molto di più che uno spazio di sartoria, è un luogo di incontro ed un luogo che fa rivivere le nostre origini.
CP: Secondo me fare impresa ha senso, se migliora anche il benessere degli altri, se ha un impatto sociale per tutte le persone della catena del valore. E’ un’impresa etica che dà lavoro alle persone e crea valore per tutta la comunità coinvolta.
HSM: Per quanto riguarda invece la fornitura, ha avuto qualche difficoltà?
CP: Sicuramente il minimo d’ordine è una quantità molto importante, anche per il brand di Casa Parini vuole essere innovativo, ed infatti, in questa prima collezioni, ho deciso di giocare tantissimo con i colori pastello, come miele, rosa pesca, salvia, mirto, lavanda e l’immancabile bianco pure, ma ho dovuto ordinare grandi quantità, che per chi fa impresa in Italia, ti espone comunque ad un rischio. Ho anche valutato di acquistare solo il tessuto grezzo, quindi a colore naturale, e poi tingerlo in Italia. Purtroppo, ci sono stati dei problemi legati alla qualità del tessuto, e quindi ho dovuto abbandonare questo sviluppo del prodotto.
Tuttavia, tutte queste decisioni però sono legate anche al prezzo finale del prodotto. Se da un lato sono a favore del rendere accessibile a più persone possibili il tessuto di canapa, la produzione artigianale e, quindi fatta a mano, ha dei determinati costi ed è legata ad una tradizione italiana, che, ove possibile, sarebbe importante perseverare.
HSM: Come canali di vendita invece?
CP: E-commerce di Casa Parini è attivo da un anno, ma ho deciso di vendere subito anche su altre piattaforme sia in Italia che in Europa, con l’obiettivo di fare conoscere i benefici della canapa tessile ed il brand di Casa Parini. Tuttavia, noto che per adesso il miglior canale di vendita è passaparola. Il tessuto di canapa, nonostante fosse il tessuto più sostenibile ed ecologico, è ancora poco conosciuto per le sue proprietà.
HSM: Quali sono in progetti per il futuro?
CP: Ci piacerebbe ampliare l'offerta con altri prodotti per la casa, pur sempre mantenendo la stessa filosofia che punta su tessuti innovativi ed ecologici. Per adesso il mio mercato principale è B2C (business to consumer – ndr), ma sto notando un interesse crescente in canapa tessile anche da settori B2B (business to business – ndr) che sono molto orientati alla sostenibilità.
HSM: Grazie mille Viola per questa interessante intervista!
Foto: Casa Parini
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