Uno degli attori più importanti nella rinascita della filiera della canapa tessile in Italia è sicuramente Opera Campi. Il brand di Parma, guidato da Alberto Ziveri e Beatrice Corazza, è stata una delle prime realtà a riportare in vita la canapa per uso tessile in Italia, creando una collezione di abbigliamento sempre di moda utilizzando esclusivamente la canapa pregiata.
Opera Campi nasce nell’ormai lontano 2017, quando la differenza tra la canapa industriale e cannabis (sia per scopi medici che ricreativi) non era ancora del tutto chiara. All’epoca, molte persone pensavano che indossare gli abiti di canapa tessile li facesse in qualche modo “sballare”. Oggi, la situazione è migliorata, e sempre più persone sono consapevoli che la canapa industriale non ha effetti psicotici, anzi, indossare abiti in canapa tessile ha molti benefici per la nostra pelle (ne ho parlato ampiamente per esempio in questo articolo).
Tecniche di filatura, tessuti innovativi e massima trasparenza del processo sono state alcune tematiche affrontate durante la mia interessantissima intervista con Beatrice Corazza, co-fondatrice di Opera Campi.
Ho capito che la miglior canapa è come il vino, la raccolta e la qualità non possono essere previste con largo anticipo. Un anno la raccolta è migliore degli altri, perché appunto trattandosi di un tessuto naturale ci sono moltissimi aspetti che ne influiscono la crescita, ed infine, come per il vino, la qualità finale del tessuto è strettamente legata alle tecniche di produzione.
HSM: Come nasce Opera Campi?
OC: Alberto, di formazione ingegnere informatico, ma da sempre appassionato del tessile, ha iniziato nel 2017 a studiare la pianta della canapa e come il tessuto veniva utilizzato nel passato, scoprendo poi l’importante storia legata alla zona di Parma ed i benefici di questo straordinario tessuto, sia per la nostra pelle che per il nostro ambiente. Con l’obiettivo di riportare la morbidezza della canapa antica ed innovare il settore usando il filato europeo proveniente dalla Francia, Alberto ha creato la prima giacca in canapa tessile e ha presentato il progetto su Kickstarter, riscuotendo un successo mondiale.
Nel 2018 è arrivata la prima difficoltà da affrontare, perché l’azienda francese dal quale acquistavamo il filato ha deciso di omettere la produzione, causa costi di produzione insostenibili e poca domanda di mercato. A questo punto abbiamo dovuto re-inventarci e trovare nuovi produttori del filato di canapa. Dopo aver valutato diversi fornitori, la scelta è ricaduta su un fornitore cinese, basato nella cosiddetta zona di “black lands”, nella regione Heilongjiang (ne abbiamo parlato di questa regione qui - ndr), ovvero una zona particolarmente umida dove la canapa cresce senza nessun tipo di irrigazione, è caratterizzata dal tiglio lungo e lavorata in umido. Questa tecnica permette di mantenere intatte le qualità intrinseche del tessuto di canapa, verificate da parte nostra anche in laboratorio, ovvero:
- Termoregolazione: mantiene la temperatura corporea;
- Traspirabilità: e questo è confermato anche dagli studi del tessuto in laboratorio, infatti al microscopio la fibra ha delle canalette d’aria, che si chiamano lumen e che permettono all’aria di circolare, quindi l’aria traspira e questo regola la temperatura
- Durabilità: il tessuto è molto resistente a lavaggi ed all’uso e dura davvero per tanti anni.
HSM: Quindi voi non utilizzate la canapa cotonizzata?
E’ una tecnica che si usa moltissimo in Cina e ha anche un costo molto accessibile.
OC: No, assolutamente, non utilizziamo la canapa cotonizzata perché questo processo prevede l’utilizzo di fibre corte della canapa che non hanno le stesse caratteristiche delle fibre lunghe. Infatti, la cotonizzazione viene utilizzata per adattare le fibre di canapa perla filatura con altre fibre naturali, come appunto cotone oppure lana, ma per poterle unire a queste fibre, la lunghezza delle fibre di canapa deve necessariamente essere accorciata e quindi una parte molto importante dei benefici della canapa a fibra lunga, appena descritti, viene persa. Noi riteniamo che si tratta di un compromesso, che sì certamente è più accessibile lato costi, ma non mantiene i benefici specifici della canapa presenti appunto nelle fibre lunghe e quindi il tessuto finale perde di qualità.
Per noi, invece, la qualità è uno degli obiettivi principali, e quindi a noi interessa promuovere ed offrire i prodotti che valorizzano tutti i benefici della canapa tessile. Per questo motivo, abbiamo trovato un partner cinese con il know-how specializzato nella produzione della canapa a tiglio lungo, che ci fornisce il filato molto fine e di altissima qualità, 100% canapa. Poi, non si può mai sapere molto in anticipo come andrà la raccolta e quale sarà la qualità. In questo, la canapa è come il vino, un anno va meglio e un altro peggio.
HSM: Una volta acquistato il filato, come procedere la produzione del tessile?
OC: Tutto il processo produttivo avviene in Italia, dai nostri fornitori di fiducia che si trovano in Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Non acquistiamo i tessuti a magazzino, ma li pensiamo sulla base del prodotto finale che vogliamo presentare e poi li cerchiamo di realizzare. Abbiamo avuto diverse idee innovative, abbiamo messo alla prova inostri fornitori, perché realizzare dei tessuti con alte percentuali di canapa non è banale. È un filato che ha bisogno di un’attenzione particolare per essere lavorato. Per noi è di fondamentale importanza sviluppare i tessuti internamente, perché desideriamo massimizzare le qualità intrinseche del tessuto di canapa, e, dove possibile, migliorarle unendola ad altre fibre naturali.
HSM: So che negli ultimi anni avete sviluppato diversi tessuti all’avanguardia, ma riuscendo a mantenendo una altissima percentuale di canapa.
OC: Corretto, il nostro obiettivo è quello di produrre tessuti con almeno 92% di canapa. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato diversi tessuti innovativi, caratterizzati da tecnologie brevettate di ritorsione e speciali finiture.
Il nostro primo tessuto, realizzato grazie ad un brevetto, si chiama Herotex™, è un tessuto elasticizzato composto da 92% di canapa, 4% di lycra e 4% di poliestere. Semplicemente super all’avanguardia, con una traspirabilità record, una elasticità suprema ed anti-odore. Negli ultimi mesi, l’abbiamo ulteriormente ottimizzato e lo riavremo in stock verso settembre 2023.
La Canapa, invece, è il nostro tessuto per eccellenza, fatto interamente in canapa tessile, con quale abbiamo creato diverse versioni, come appunto una canapa per tutte le stagioni, una canapa Zero (ovvero non tinta e con i filati più pregiati), e la canapa a maglia.
Con il tessuto Burro Canapa®, composto da 96% di canapa e 4% elastan, abbiamo voluto dimostrare che con la canapa possono essere ottenuti anche i tessuti leggeri e morbidi. Inoltre, questo tessuto è perfetto per tutte le stagioni perché ha una traspirabilità senza pari, al livello dei tessuti tecnici.
Lanapa®, il tessuto più caldo e sostenibile in assoluto, adatto quindi anche per l’unica stagione che la canapa tessile da sola non riesce a garantire, ovvero quella dell’inverno rigido. Questo tessuto è realizzato tramite un’innovativa tecnologia di ritorsione che combina appunto lana merino (70%) e nostra canapa pregiata(30%). La tintura è effettuata sul filo già unito, e questo rappresenta un’ulteriore innovazione.
Cashemp, che in realtà è un tessuto che esiste già, ma noi l’abbiamo migliorato utilizzando per la prima volta la canapa italiana e utilizzando una tecnica innovativa e naturale a freddo che non chiude i lumen della canapa (e quindi non influisce sulla termoregolazione).
HSM: C'è anche un tessuto in anteprima...
OC: Sì, ti presento in anteprima un tessuto che uscirà a brevissimo, simile a Burro Canapa, ma più spesso per poter realizzare uno dei capi che non manca mai negli armadi, la felpa. Sarà il primo completo in felpa sostenibile ed elasticizzato, con una composizione al 94% canapa, un tessuto magico. Si chiamerà Burro Canapa Comfort.
HSM: La filiera italiana della canapa tessile praticamente rinasce con le vostre innovazioni.
HSM: Qual è il vostro principale canale di vendita?
OC: Il nostro principale canale di vendita è sicuramente il nostro sito internet, creato interamente da Alberto, che di mestiere è programmatore, e che ha cercato di potare l’innovazione anche nel nostro sito web. Infatti, il nostro sito non utilizza Google Analytics. Considerando poi che tutti i nostri prodotti vengono fatti su ordinazione, conoscere la taglia corretta dei nostri clienti è il requisito fondamentale, quindi, per questo motivo Alberto ha sviluppato, assieme ai nostri sarti, un suggeritore di taglia. Infine, anche le immagini e video sono prodotti internamente, in questo modo possiamo reinvestire oltre 80% dei nostri ricavi in ricerca & sviluppo di materiali innovativi e le relative prove dei tessuti nei laboratori.
HSM: Come mercato invece?
OC: Con il Covid, il nostro mercato di riferimento è cambiato notevolmente. La nostra prima campagna di crowdfunding, fatta nel 2018 con il giacchetto, ci ha dato subito una visibilità internazionale, e quindi i mercati erano molto ben equilibrati. Durante il Covid invece, abbiamo avuto una crescita notevole del mercato italiano, e questo dato ci fa molto piacere perché significa che anche in Italia il concetto della sostenibilità nell’abbigliamento sta diventando sempre più importante.
HSM: Quali sono i vostri progetti per il futuro?
OC: Sicuramente siamo orientati ad essere innovativi, ma mantenendo la tradizione ed offrendo un prodotto con un impatto ambientale positivo. Infatti, la pianta di canapa assorbe una grandissima quantità di anidride carbonica e utilizza meno acqua nella coltivazione.
Un ulteriore aspetto è sicuramente anche la massima trasparenza del processo. In particolare, ci teniamo a far vedere ai nostri clienti quante ore di lavoro effettive sono necessarie al fine di creare un capo di abbigliamento, ma anche l’impatto che il prodotto ha in termini di emissione (nel nostro caso negativa) di CO2. Anche sui colori, per esempio, cerchiamo di limitarne uso, offrendo meno scelta del colore, ma dandone abbastanza per avere sempre i colori classici a disposizione, quelli che, per capirci, non passano mai di moda. Perché un tessuto di qualità, può e, soprattutto, deve essere indossato per diversi anni e deve farci sentire bene.
HSM: Grazie mille Beatrice per questa intervista dettagliata. La prossima volta che berrò un bicchiere di vino, mi ricorderò anche della canapa! E quando vedo un capo di abbigliamento in canapa, mi chiederò sicuramente se è una fibra lunga oppure corta.